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Dedica a cui stai rispondendo

Se la vita mi riportasse indietro, sceglierei te.
Lo so, suona folle.
Ti sceglierei anche sapendo quanto sarebbe stato difficile, anche ricordando ogni silenzio, ogni notte tesa come una corda che non voleva più suonare.
Ti sceglierei anche se l’impossibile fosse ancora lì, un muro erto e tortuoso, senza appigli, senza promessa di vittoria.
Perché c’è qualcosa, nell’amore, che non obbedisce alla ragione ma alla verità più profonda dell’essere.
Vedi, amare non è scegliere ciò che è facile.
È scegliere ciò che ci rivela.
L’amore non è un rifugio, ma un cammino.
Non un abbraccio che ci trattiene, ma un vento che ci spinge a diventare.
E ogni volta che ho pensato di perdermi, in te mi sono ritrovato.
Non perché tu fossi perfetto, ma perché accanto a te ho imparato a riconoscere le mie imperfezioni senza fuggirle.
Clemente Alessandrino diceva che Dio educa l’uomo con amore e tramite l’amore.
Forse è questo, in fondo, ciò che accade tra due esseri umani che si amano davvero:
si diventano maestri a vicenda.
Non si cambiano con la forza, ma si educano con la presenza, con la dolcezza, con la ferita stessa del volersi bene.
Si cresce attraverso l’altro, si impara la pazienza, la verità, il coraggio di non arrendersi.
E allora sì, se la vita mi riportasse indietro, ti sceglierei ancora.
Non per ripetere il passato, ma per attraversarlo con occhi nuovi.
Perché ogni dolore era seme, ogni distanza un richiamo, ogni errore una lezione scritta in silenzio sul cuore.
Sceglierei te, anche se l’amore dovesse finire nello stesso punto.
Perché ciò che abbiamo vissuto, una volta accaduto, non si può più disimparare.
E forse è questo l’eterno: non ciò che dura, ma ciò che lascia un segno che nessun tempo cancella.
E allora mi chiedo…
Forse l’amore non è ciò che resiste, ma ciò che trasforma.
E se l’impossibile fosse solo un modo di Dio per insegnarci a credere ancora?