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Dedica a cui stai rispondendo

C'è chi fa false lacrime per recitazione e chi per invidia.
La debolezza fisica che si verifica al termine della vita, non toglie e non elimina la concupiscenza alla sua radice ma nei suoi atti.
Come quando uno si ammala gravemente.
La debolezza fisica non acquieta le potenze dell'anima così da assoggettarle alla grazia.
Questo infatti avviene quando le potenze inferiori dell'anima si sottomettono con gioia alle potenze superiori, per obbedire alla legge di Dio.
Ma quando uno è debole le funzioni di tutte le potenze sono impedite, quindi non c'è il merito.
A meno che per tranquillità dell'anima non si intende che uno non combatte contro i propri peccati, come avviene in chi dorme.
Ma il sonno non diminuisce la concupiscenza, non tranquillizza le potenze dell'anima, non le assoggetta alla grazia.
Ma anche se la debolezza fisica dovesse annullare la concupiscenza così che le facoltà dell'anima si sottomettono alla grazia, sarebbero impedite le nostre colpe future ma non basterebbe a purgare dalle colpe veniali.
Perchè come per il peccato mortale anche il peccato veniale essendo attuale non può essere perdonato senza un moto attuale di contrizione, per quanto possa essere intensa la disposizione abituale.
Per questo se una persona muore nel sonno in grazia di Dio ma in peccato veniale, non può avere prima della morte un atto di contrizione.
Se una persona non è pentita con l'atto o con il proposito del peccato veniale questo diviene mortale, perchè il peccato veniale diventa mortale quando c'è la compiacenza.
Ogni colpa veniale piace a chi la commette perchè è volontaria, ma se c'è la fruizione è mortale, perchè nella fruizione si concreta ogni perversità umana.
La compiacenza che costituisce un peccato mortale è una compiacenza attuale:poichè il peccato mortale è un atto.
La colpa veniale per chi muore in grazia di Dio viene espiata dopo la vita presente mediante il fuoco del purgatorio:poichè questa pena che in qualche modo è volontaria, in virtù della grazia avrà la capacità di espiare ogni colpa, che sia compatibile con lo stato di grazia.
Anche se il peccato veniale non viene corretto in questa vita è però in questa vita che uno lo corregge in quanto al merito, rendendo meritoria in purgatorio la sua pena.
Il peccato veniale lo commettiamo per la corruzione del fomite, ma l'anima separata dal corpo non ha più il fomite, però la colpa si produce nell'anima, quindi sussiste anche dopo la distruzione del fomite che si ha con la morte del corpo.