La vista ci permette di conoscere la verità delle cose perché lo sguardo le tiene a distanza senza mutarle.
Si esiste per vedere, il fine ultimo è la conoscenza intellettiva di Dio.
Ma possiamo sbagliarci nel credere di sapere tutto, troppa conoscenza può impedire di vedere, proprio come l'ignoranza.
Quando una cosa è conosciuta è prevedibile, Dio si sottrae alla nostra vista per accendere il desiderio di Lui.
Quando una cosa è conosciuta perde la sua bellezza, l'amore finisce quando ogni mistero è sottratto alla vista.
Per la psicanalisi l'amore è anamorfico, distorce la realtà.
Per la Parola di Dio invece è solo l'amore che permette ogni conoscenza.
L’amore affina lo sguardo proprio perché chi ama intravede un mistero, una bellezza nascosta.
È il tema ricorrente del Cantico dei Cantici: due amanti che si rincorrono in un gioco di sguardi incessante “ O mia colomba che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso…”.
L'amore di Dio è fatto di sguardi, uno sguardo sospeso nel mistero, dove c'è l'amore li ce lo sguardo.
L'invidioso invece nega lo sguardo, invidia viene da invidere, significa guardare di traverso, la bellezza ai suoi occhi è motivo di odio.
Solo una piccola parte vediamo il resto è mistero, lo sguardo contemplativo permette la meraviglia, la bellezza, l'amore.