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Dedica a cui stai rispondendo

E urlai. Un urlo disgraziato dal dolore, straziante come quella di un anima all'inferno.
Ero stata colpita da quattro pallottole dritte nel cuore. Per colei che mi aveva abbandonata avevo un buco, un vuoto dentro che faceva malissimo, una tremenda delusione.
Poi arrivò l'autostima a suicidiarsi: uno schifo ero, un inutile schifo soltanto.
Quella sera non ce la feci più. Buffo sapere che non compresi subito perché i miei occhi si erano riempiti d' acqua salata. Sapevo solo che non si sarebbero fermate. Cercai disperata un confortante abbraccio da mia madre ma non me lo volle dare, andandosene semplicemente via.
Mi lavai la faccia più volte ma ogni volta che smettevo mi venivano certi pensieri tutti intrisi di quella solitudine maligna che ricominciavo.
Infine arrivò lui senza nessun rispetto, una sola risposta data strappo quel filo già cosi debole che era la corda della mia pazienza. Fu così che urlai. Urlai per tutta la grandine ricevuta in così poco tempo, gridai per il male eterno in questo mondo, a tutti gli Angeli in Paradiso e i Demoni negli Inferi. La mia voce da quel giorno nessuno sentì più e il mio cuore non si vide più. Nessuno si chiese dove ero mentre il mio corpo già volava tra quelle immense creature bianche.