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Dedica a cui stai rispondendo

A mia madre (21 agosto 1931) saranno… 84!
Ciao mamma, oggi è poco più di un anno che ci hai lasciato, ma io ti sento sempre molto vicina, sento ancora il tuo profumo, la tua risata contagiosa, la tua allegria...
mi sto preparando perché non voglio che il 21 agosto 2015, sia un giorno pieno di tristezza, ma un giorno pieno di ricordi teneri e dolci, che mi portano molto lontano nel tempo, quando ero piccolo e insieme giocavamo, scherzavamo, discutevamo...stesso carattere, lo so...questo spesso ci ha portato a scontrarci e a fare delle vere scintille...ma ho imparato molto da te, così come forse tu hai imparato a vivere il mio mondo, capire le mie esigenze, le mie scelte e a lasciarmi libero di trovare la mia strada...sono sempre stato molto orgoglioso di te, del tuo carattere forte e determinato, della tua gioia di vivere che non ti ha mai abbandonato, della tua bellezza così semplice ma vera. Anche ora che ho deciso di scrivere, mi è difficile farlo. Ho la mente piena di parole, ma faticano a trasferirsi alle dita che devono scrivere. Eppure è un anno che ci penso, dall’anno scorso, la prima da quando scrivo qui, il luogo che sento più mio, ma che in realtà è un posto pubblico. Un luogo da cui spesso mi sono messo completamente a nudo, nei momenti di sconforto e di difficoltà. Strano ed incomprensibile che spesso mi riesca più facile confidarmi qui che nella realtà. E’ da un anno che penso che proprio questo potrebbe essere il luogo in cui riuscire a dirti finalmente quello che mai ti ho detto e forse nemmeno fatto capire. Sono stato un ragazzino innamorato di mio padre. Un padre buono in cui non vedevo nessun limite, che era il mio eroe e da cui sono stato profondamente ricambiato. Tu eri mia madre, ma io non vedevo il tuo valore, non capivo i sacrifici che facevi per la nostra famiglia, non vedevo il tuo amore incondizionato per noi. Poi da ragazzo ero totalmente imbrigliato in un amore senza limiti, che purtroppo ha coinciso con la mia partenza… Ero riservato e, in quel periodo, mi sono ancora di più chiuso. Non so in quale esatto momento la complicità con te si è trasformata in una presa di coscienza che non sarei più tornato a lavorare in Sardegna. Crescendo mi sono sentito lontano da tutti e i primi anni di lavoro, sono stati come una “lotta” per raggiungere obiettivi ambiziosi. Ho sfruttato quel tempo per fare “carriera” e, ora, posso dire di essere stato molto ma molto fortunato. Una fortuna… inimmaginabile. Ma forse tutto è frutto del destino. Non credo di essere stato un ragazzo difficile e non ho mai dato particolari problemi, ma sicuramente non sono mai riuscito a trasmettervi il mondo che avevo dentro. Vi ho sempre messo a parte delle mie decisioni quando ormai erano già state prese. E avete dovuto accettarle anche quando vi facevano male. Il mio era solo un comunicarvele dopo lunghe riflessioni… solo mie. A volte non mi sono sentito capito, a volte non ho sentito il vostro appoggio. Ho perfino sentito ostilità, ma forse semplicemente vedevo le cose solo dalla mia prospettiva. Quando si è giovani forse è difficile fare altrimenti. Sono uscito da casa a 20 anni per affrontare nuove città e un nuovo lavoro. E solo da quel momento, piano…piano, ho iniziato a sentirmi di nuovo figlio. Ho sentito forte, da lontano, la vostra presenza. Soprattutto la tua, mamma. Un rapporto fatto di poche telefonate e pochissimi incontri. Io però ero sempre chiuso nella mia cocciutaggine. Tu hai imparato a starmi accanto lo stesso e io mai ho avvertito che non c’eri. Con gli anni ho capito che io ero sempre e comunque al centro dei tuoi pensieri. Ci sei stata sempre nei momenti del bisogno, anche quando ho dovuto attraversare mari e oltre, da solo. Sei stata un aiuto straordinario. Hai dato sempre di più, molto di più, di quello che ti veniva chiesto. Sei stata capace di essere una nonna eccezionale, hai dato infinito amore ai tuoi figli prima, e ai tuoi nipoti poi. I nipoti …sei riuscita ha farli sentire come e più amati dei figli, e ho compreso che è sempre stato così, fin dal momento che gli hai avuti fra le tue braccia. Ero io che ero cieco e non capivo. Non ti ho mai detto che io mi sono sentito amato da te profondamente. Sono consapevole che nessuno mai mi amerà con la tua profondità. Mai come negli ultimi anni ti ho sentita vicina senza che tu fossi accanto a me. Sei stata la persona più generosa che io conosca e sono fiero di come sei stata. So che non mi puoi dire niente mamma….ma so che ne sarai felice. E che piangerai…con me. Non c’è bisogno di altre parole. Per una volta avrai indietro una piccola parte di tutto quello che mi hai dato. Non te l’ho mai detto, ma ti voglio bene. Non volevo che passasse un altro giorno senza che tu lo sapessi. Il 21 agosto sarà il tuo compleanno. Non sei più tra noi ma sempre nel cuore. Auguri da oggi, perché il tempo per te non ha più importanza…