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IL RAGNO

Vorrei esplodere, vorrei dar sfogo alla mia rabbia e infine tornare serena.
Vorrei smettere una volta e per tutte di serbare rancore.
Vorrei vomitare tutte le parole non dette, vorrei tornare a essere felice.
Mi correggo : vorrei iniziare a essere felice.
Non so come sono arrivata fino a questo punto.
Mi sono costruita un muro di incertezze, di rapporti rancorosi. Inizialmente la mia mancanza di sicurezza mi ha portato a non pretendere molto dalle persone.
Ora però mi sono rotta di essere messa in secondo piano, mi sono stancata di dare senza ricevere quasi nulla in cambio.
Non voglio essere l’ultima ruota del carro, voglio sentirmi importante.

Ma a chi voglio prendere in giro ? La colpa è solo mia, sono rabbiosa verso me stessa.
Mi sono sempre defilata nella vita, non ho mai vissuto le cose da protagonista.
Sono una maestra del non vivere.
So perfettamente come evitare qualsiasi inconveniente, qualsiasi cambiamento.
So come vivere una vita mai vissuta.
E mi lamento, e piango per questa monotonia, la mia droga. La odio con tutta me stessa perché mi imprigiona nella sua ragnatela di dipendenza, ma sono io stessa a tessere le fila di questa ragnatela.
Io sono il ragno.
Li vedo, li riesco quasi a toccare il filo dell’insicurezza intrecciato a quello dell’insoddisfazione, il filo della malinconia intrecciato al filo delle occasioni mai vissute, al filo dell’amore perduto.