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Dedica a cui stai rispondendo

Madre,
questo mondo è dissimile da me
come uno schiaffo da una carezza amorevole,
come una terra polverosa da un astro.
Madre, madre:
ogni volto è duro come la pietra,
anonimo come la folla
e come il caso.
Ed io credo di essere
una creatura sconosciuta,
che parla una lingua incomprensibile
agli abitanti di questo universo.
Ho sepolto doloramente nell'anima
i miei segreti,
li ho chiusi in sepolcri nel mio spirito,
affinchè ognuno possa vedere
soltanto la mia apparenza di angelo;
se io li avessi rivelati agli uomini,
essi mi avrebbero creduto
un eretico o un demone.
Madre, non è tuo figlio
a vivere tra le persone,
ma un interprete, un fantasma,
un acrobata, un cielo nuvoloso,
una parola soffocata,
un'ombra malinconia e irreale.
Non ho tradito la mia sofferenza,
non ne ho lasciato traccia
su tutta la terra:
esso è inaccessibile come una leggenda,
intimo come la fede.
Avresti mai creduto, madre,
che tuo figlio dovesse salire
lungo questo sanguinoso calvario,
solo come il cielo
abbandonato dal sole al tramonto?
Avresti mai creduto, madre,
che il figlio delle tue viscere
avrebbe ricevuto in sorte da Dio
un destino ostile come la notte,
un destino contrario al destino del mondo?
Madre, dimmi, madre:
mi avresti comunque partorito
e dato alla luce?
- La luce offende lo sguardo del mio cuore,
l'oscurità ne preserva la segretezza -
Madre, dimmi, madre:
quale creatura comprende la tua creatura?
Ella non è forse incompresa
come una rivelazione giunta prima del tempo,
come la virtù da uomini
il cui cuore è assuefatto dal vizio?
Eppure, madre, eppure io ho fede
che il misterioso Dio
non mi abbia dimenticato
nel mare della vita;
eppure io credo
che un giorno, guardando
gli occhi di una donna,
riconoscerò in lei un astro
della mia stessa costellazione:
e grazie a lei l'universo
ritornerà ad avere un volto.
Madre, ascolta, madre:
non abbandonare tuo figlio
poichè egli non ha altri che te.