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da Massimiliano
Manca un mese al Natale, l'attesa è un tempo più bello della festa stessa, come il Sabato del Villaggio di Leopardi:"Godi, fanciullo mio;stato soave, Stagion lieta è cotesta."
I Re filosofi dell'oriente partono molto prima e per strada si ritrovano sullo stesso percorso.
Il bambino del presepe gli appare come una stella che li guida nell'attesa, ma per i Pastori l'attesa è più breve, perchè chi vive il silenzio della notte ha già l'animo pronto ad accogliere la gioia.
Il silenzio è lo spazio dove abita l'amore, che è la gioia degli occhi dell'anima.
La miglior predica è il silenzio, dai pastori che nella povertà avevano conosciuto la vanità del superfluo, gli Angeli come una pastorale gli portano l'annuncio della gioia più grande.
Il nostro pensiero si ferma nel silenzio dell'attesa, il pensiero di Dio comincia con il Natale e si ferma con la creazione della donna.
A Natale una donna è diventata il paradiso di Dio, la sua casa prima della capanna di Betlemme, la sua attesa è terminata con un sì.
Il sì del cuore fa cominciare un nuovo cammino, fa vedere di nuovo, fa capire che tutto è fatto per un fine.
È il cuore la volontà, è questa che sceglie quale luce seguire, infatti niente è bene e niente è male se prima non entra nel cuore.
Se mi guardo allo specchio vedo la mia immagine, se penso concepisco la parola, il mio verbo, che dalla mia bocca esce come suono pur rimanendo nel mio cuore.
La nostra immagine è nello specchio pur essendo noi, così la parola:"Sia la luce!" diventa bambino pur rimanendo Dio.
L'attesa di una festa è volere diventare come qualcuno che ci piace, ma lui non è il nostro idolo ma il nostro Dio.
24 novembre 2025
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