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da Ti manco
Ti ho incontrato quando il mondo
aveva ancora il volto acerbo dei sogni.
Ero più giovane del mio coraggio,
più fragile delle mie difese,
e tu… tu portavi negli occhi
un orizzonte che non osavo guardare.
Ci siamo riconosciuti tra le crepe del caso,
due anime che i mostri avevano marchiato,
eppure, in quel dolore, c’era luce.
Ogni tua parola era un varco,
ogni tuo silenzio, un abisso che chiamava il mio nome.
Ma non hai mai oltrepassato la soglia.
Forse per dovere, forse per paura,
forse perché intuivi che amarmi
avrebbe significato spogliarmi
di quella maschera che mi teneva viva.
Io, ragazzina nascosta dietro un sorriso,
ho lasciato che la distanza fosse un confine sacro,
un altare dove sacrificare il desiderio
in nome dell’equilibrio,
della forma,
della paura di essere vista davvero.
Eppure; anche nel tempo che ci ha divisi,
nelle vite che ci hanno coperti di nomi nuovi,
so che una parte di me
non ha mai smesso di attendere
quel gesto che non hai mai compiuto,
quel coraggio che non ho mai avuto.
Forse eravamo due stelle sbagliate,
destinate a sfiorarsi solo nel buio,
a conoscersi nell’intervallo
tra un battito e un addio.
Ma in quel breve infinito
abbiamo imparato cosa significa amare:
sentire tutto,
e non poterlo dire.
13 novembre 2025
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