Carta Bianca

da g per f

non leggerai mai ciò che sto scrivendo, e ne sono felice.
sono stufa di scrivere sulle note del mio cellulare, di far finta che per me non sia niente di che, che andrò avanti come tutte le altre volte, come se niente fosse, ma voglio affrontare la realtà, e la realtà è che mi fa male, più di quello che dovrebbe farmi se fossi un amico come gli altri. il tuo volermi è solo un desiderio fisico, ma io ti voglio per come sei, per come parli, per come cammini, e insomma, perché sei tu. voglio te in tutto il tuo metro e ottantacinque perché di tutti quei centimetri non c’è niente che non mi piaccia, e non ho intenzione di negarlo o camuffarlo dicendo “forse mi interessa”, perché non è così, ma lo so solo io. se ve lo steste chiedendo, no, non sono un’asociale, anzi, penso che parlare sia la cosa che mi riesce meglio, ma di certe cose evito.
vorrei dirti che ti penso continuamente, penso continuamente a quegli abbracci, due soli, come le volte che ci siamo visti, ma così belli da non poterseli dimenticare. penso a quando ci scrivevamo tutti i giorni, a quando mi dicevi di volermi vedere, che ti mancavo, io questo non me lo dimenticherò mai, sappilo. mi ricorderò di non essermi resa conto che volevi vedermi così tanto per chiedermi se volessi mettermi con te, perché sai, me ne rendo conto ora di cos’ho perso. ho perso l’ipotetico ragazzo perfetto. e me ne pento, me ne pento, sappilo.
ti sento distante.
“mi sto sentendo con una”
“la amo”
due semplici frasi, e capisco che provo qualcosa.
due semplici frasi, e crollo.

20 gennaio 2020

Categoria: Carta Bianca