Carta Bianca

da Amo i libri

ero su quel ponte e non ho resistito, non mi importa di umiliarmi e dimostrare la mia fragilita', sono niente, e mi sto buttando via, ma mi chiedo perche' ho questo maledetto cuore fatto cosi' male, vorrei staccarmelo, perche' batte per per un principe che non si fara' mai vedere. Sin da piccola ho dovuto combattere con questa mia perfida sensibilita', fuori sempre gioviale piena di conforto per tutti, solare e spritosa, ma in solitudine con la mia mente, con le mie percezioni piu' intime mi trovavo e mi trovo smarrita con la pochezza di questa vita.
Combatto e ho combattuto con la curiosita' mia innata, nell'interessarmi alle meraviglie di questa terra, ma nelle piu' remote stanze di questa mia anima c'e' sempre stata una ricerca che non ha trovato mai pace. L'unico momento magico per me ovattato e' stata la maternita', e' un dono miracoloso. Il mio amorino piccolo ieri leggendo nei miei occhi la stizza e lo sgomento e' venuto subito a me, mi ha abbracciato strofinando la sua testolina sul mio petto, e mi ha stretta forte, mi ha chiesto di non arrabbiarmi...
Come capisco chi si da ai vizi per non pensare, per non soffrire, non e' giusto lo so, danno un calcio alla vita, io non posso permetterlo, ( come vorrei darmi all'oblio della perdita di me), no sarebbe vile, ho un obbligo troppo grande, il mio piccolo ometto.
E poco fa guardando i soliti clochard, li ho compresi, e so che nessuno puo' essere giudicato, perche' la pelle che ci portiamo addosso e' solo nostra, e le percezioni che la bruciano, che la scorticano, che la schiaffeggiano, che l'accarezzano, che la baciano sono solo di chi se la porta sopra questo nostro spirito.
Ho sentito poi "Piccoli Miracoli" dei "Tiromancino", chiedo perdono per il mio lamento, a chi soffre per altre vicissitudini, perdono per chi non ha nulla, per chi vive di speranze ma non sa per cosa sperare.

25 marzo 2016

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