Genitori e figli

da Chris

Oggi è il mio compleanno. Ieri sera ho messo a letto la mia bimba che ha 3 anni e le ho chiesto “Mi hai fatto un regalo per domani?” e lei “No”.
Questa mattina mi è venuta a svegliare presto, non stava nella pelle, non ha dormito perchè non vedeva l’ora di darmi il suo regalo che stava invece preparando in gran segreto da tempo e mi ha scaldato il cuore come nessuno riesce a fare. Sono il suo Papà, ogni piccolo gesto che faccio (o che non faccio), per lei è gigante, fondamentale, amplificato. Me l’ha detto in un attimo. Con una letterina, un disegnino e un faccino sorridente che mi guardava e mi ha fatto vivere un’emozione indescrivibile. Mi ha fatto capire: sei il mio Papà! Sei importante per me. Sei fondamentale.
Dieci giorni fa è venuto al mondo il mio secondo figlio, Giulio. Un frugoletto di 4 kg bellissimo, dolcissimo, morbidissimo.
Due gioie immense. A breve distanza da un dolore altrettanto immenso. Due botte forti, concentrate in poco tempo che nemmeno un destro sinistro in faccia da Tyson.
E’ passato poco più di un mese da quando mio Papà se n’è andato per sempre. Così, all’improvviso. Ha lasciato un vuoto incolmabile perchè tutto quello che sono lo devo a lui. Era un grande.
Mi ha fatto crescere ambizioso. Esigeva che andassi bene a scuola, se portavo 6 lui "perché non hai preso 8?”. Portavo 8 andavo e lui "perchè non hai preso 10?”. Portavo 10, era un 10, il massimo, lo avevo fregato, ero stato bravo, non vedevo l'ora di dirglielo e quando glielo dicevo lui impassibile mi guardava e mi diceva "hai fatto il tuo dovere". Poi scoprivo che non stava nella pelle dalla gioia e di nascosto da me se ne vantava con tutti. La lezione c’era, e la capisco ora, dopo tanti anni, ora che faccio questo lavoro fatto di lustrini e paillettes dove sono circondato da persone che mi dicono “bravo” a volte solo per compiacermi: la lezione è che se ottieni un risultato lo ottieni per te stesso e non perché qualcun altro ti debba dire bravo. E se ti circondi di persone che ti dicono sempre bravo non ti migliorerai mai. Meglio circondarsi di persone che ti dicono "perché non mi hai portato 10?”. Quelle sono le persone che ti vogliono bene per davvero.
Era un buono. Sapeva farti capire cosa non andava con un semplice sguardo. Aveva uno sguardo che ti fulminava, bastava quello. A volte gridava e come gridava! Era meglio non farlo innervosire ma bastava quello. Se qualcuno gli faceva una cattiveria la cosa più grave che gli faceva era togliergli il saluto. Non ha mai risposto alla cattiveria con la cattiveria. La vendetta non l'ha mai contemplata.
Era generoso. Se qualcuno gli chiedeva un favore potevi star tranquillo che lui si sarebbe fatto in quattro per farglielo. E ogni volta ci riusciva. Era un mago in questo. Non eravamo una famiglia agiata, eravamo in quattro e vivevamo con uno stipendio solo in casa, ma stai tranquillo che se io o mia sorella o mia madre facevamo capire che avevamo un desiderio, prima o poi quel desiderio mio padre lo realizzava.
Ed era divertente. Se io ho una minima capacità di divertire la gente, beh, la devo a lui. Lui era un uomo che ti faceva divertire come un matto. Quando ci si metteva non ce n'era per nessuno. Era il più showman degli showman. Se c'era un microfono con qualcuno che cantava, in men che non si dica puoi star tranquillo che lui aveva quel microfono in mano e teneva la scena con quella spontaneità di chi ha voglia di divertirsi e di farti divertire e aveva una risata che ti entrava nel cervello e ti faceva stare bene.
Aveva un carattere forte, abbiamo litigato parecchie volte perché alla fine io sono cresciuto da lui, sono suo figlio, sono proprio come lui. E due persone troppo uguali, non c’è niente da fare, spesso non riescono ad andare d’accordo, ma ci volevamo un gran bene.
Mi ha fatto studiare da ingegnere. Che colpo per lui quando ho abbandonato il lavoro “serio” per buttarmi a fare il cantante. Poi si rese conto che la gente mi seguiva e mi voleva bene. Era orgoglioso di me, non me lo diceva, come quando prendevo 10 a scuola, per non farmi sedere sugli allori, ma ormai lo conoscevo. In giro con lui a volte c’era veramente da vergognarsi, se entravi in un bar e il barista non mi riconosceva, lui tanto faceva che alla fine avevo fatto una foto col barista, con tutti quelli che c’erano nel bar e con tutto il negozio di fianco.
Quando andavamo via, io paonazzo, “papà ma perchè?”. Mi diceva “La gente ti vuole bene, sei fortunato, li devi rispettare, devi dargli gioia”. Un altro insegnamento. Ed io lo farò. Sempre al massimo, perchè così mi ha insegnato lui.
In questo mio compleanno mi piace ricordarlo, mi fa stare bene, me lo fa sentire vicino e mi fa prendere coscienza di quanto è importante la figura del Papà. E quella figura ora la ricopro io coi miei due meravigliosi figli. La vita a volte sembra dispettosa, sembra che si prenda gioco di noi, ma questo è il senso. Grazie di tutto Papà, ti abbraccio forte, ora tocca a me.

15 ottobre 2015

Categoria: Genitori e figli

da vittoria

Cavolo, mi hai lasciata senza parole..

27 ottobre 2015

da veronica

bravo, belle parole salutami tua figlia e digli che è una donnina bellssima anche se non so come è fatta lo ho capito dalle tue parole

12 novembre 2015