Lettere

da Marco per Isabella

Mi tremano le mani a scrivere questa lettera, mi tremano le mani a pensare a tutto ciò che potrebbe cadere dopo questa lettera. Dopo la mia partenza.
Sono innamorato di te da sempre, forse da quando sono venuto al mondo, è una dolce bambina di appena 6 anni cioè tu, mi ha preso fra le braccia. Mi hai cresciuto come un fratello, mi hai portato con te, ovunque, dovunque, e mi hai amato fin dal primo istante che i tuoi occhi da bambina hanno incontrato i miei da neonato.
Mi hai protetto, ed aiutato tante volte, in questi 21 anni, e da quando sono stato in grado di fare lo stesso per te l’ho fatto anche io, in maniera cosi naturale e spontanea, cosi amorevole. Avrei dato, darei e sarei disposto a dare la mia vita per vederti felice, sempre 24 ore su 24.
Ti ho visto in tutte le vesti, felice, triste, al settimo cielo, disperata, come tu hai visto me. Ci siamo stati nei nostri momenti migliori ma soprattutto ci siamo stati nei nostri momenti peggiori.
“Mia sorella” cosi ti ho sempre chiamato, cosi ti ho sempre definito, perché siamo stati cresciuti cosi. Ho capito di amarti, ho capito di amarti non come un fratello, ma come un ragazzo ama una ragazza, quando mi sono reso conto che nelle mie fidanzate cercavo qualcuno che ti somigliasse, che avesse il tuo stesso sguardo, che fosse capace di farmi perdere nei suoi occhi, come facevi e fai tu, cercavo qualcuno che ti assomigliasse anche nel tono di voce, nel modo di parlare con quel lieve accento inglese che ti contraddistingue; ho cercato negli altri qualsiasi cosa che ti appartenesse per non perderti mai, ma infondo io ho sempre cercato una tua copia conforme, ho sempre cercato te.
Avevo 13 anni e tu 18 quando quella sera il tuo ex ragazzo, per gelosia ti ha tirato dai polsi lasciandoti i lividi e ti ha tirato uno schiaffo facendoti sbattere contro il motorino e cadere successivamente a terra, avevo 13 anni quando ho visto quella scena da lontano e ho incominciato a correre verso di voi con gli altri, ero lì quando l’hai guardato negli occhi subito dopo il suo gesto e li hai detto di dimenticarsi di te, ero lì a sentire la tua voce tremante, ero lì con una gran voglia di spaccargli la faccia(soddisfazione che mi sono cacciato); ma soprattutto ero lì ad alzarti ed ho incontrato il tuo sguardo spaventato, e ti ho stretto a me, non sapendo cosa fare e cosa dire, e solo io da quella sera so quanta paura ti fa solamente il fatto che qualcuno ti sfiori i polsi. Da quella sera in poi io sono stato iper protettivo con te, ma solo chi c’è passato sa.
In questi anni solo io so cosa hai passato, non lo sa nemmeno lui, questo ragazzo fantastico a cui voglio davvero bene, ed a cui sto facendo anche a lui un torto nel scrivere questa lettera, nemmeno lui ti conosce bene. Sei diffidente col mondo, tutti ti giudicano bella ma cruda e fredda, ma loro non sanno i perché sei così, che poi non sei realmente cosi, il tuo lato dolce lo riservi a pochi, non fai grandi dimostrazioni di affetto ma quando fai un gesto si sente e si vede l’amore che hai. Mi sono sempre preoccupato per te senza dirtelo, ti ho aiutato, ho sperato in qualsiasi momento che tu stessi bene, e l’ho fatto senza nessuna presunzione, stando anche in disparte a volte, perché volevi fossi felice e al sicuro. I nostri mille sguardi complici, e le notti abbracciati a dormire perché non volevo lasciarti sola ed io non volevo stare solo, io mi accontentavo e lo faccio tutt’ora solo di abbracciarti e lo farò sempre. I nostri occhi sono tutto. Si completano. Si leggono. Si scrutano. Si leggono. Si parlano. Quando i nostri occhi si incrociano, lo sai anche tu, che non siamo più li stessi, perché ci trasmettiamo le gioie che abbiamo e i dolori che sopportiamo. Credo che il nostro sia un grande privilegio. Mi ricordo un giorno, quello quando abbiamo scoperto del male che ha colpito tuo papà, quando mi hai guardato e in quel momento ho letto tutto quel dolore dentro di te, e ti ho stretta a me, hai avvolto le braccia intorno al mio collo, e hai pianto, non ti so dire per quanto, per quanto tempo siamo rimasti lì fermi, e mi uccideva vederti così, avrei voluto fare di più, poter fare qualcosa, ma ero impotente a tutto, e allora ti ho stretto forte a me ancora di più, solo per farti capire che io sarei sempre stato lì, per te. Sempre.
Abbiamo passato un anno di inferno a lottare contro un tumore ma tuo padre ha vinto, ed ora stiamo respirando aria nuova.
So che mentre leggerai queste righe avrai i lacrimoni agli occhi, e in un dito avvolgerai nervosa una ciocca di capelli, e che forse tutte queste cose già le sapevi, perché tu sei il mio specchio, il mio riflesso, posso mentire a tutti ma non a te.
A te che ami le cose fatte di sorprese, e i gesti inaspettati..ed io amo fartele. Amo la tua voce e Dio se è bella. La amo. Amo tutto di te, le piccole cicatrici che hai sul corpo, tutti quei nei posizionati perfettamente come una mappa, le piccole sfumature dei tuoi occhi, per non parlare delle sfumature del tuo carattere, certe volte diventi una maniaca del controllo che diventa pure frustrante starti dietro, semplicemente perché non riesco a pensare di essere all’altezza. Amo i tatuaggi sul tuo corpo, e il loro immenso significato.
Amo te, tutto di te.
Con immenso amore.
Marco.

4 settembre 2015

Categoria: Lettere

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