Addio

da Daiana

Sai qual è la cosa peggiore quando muore il tuo attore preferito? È che, per quanto tu ci speri, quanto lo desideri e lo preghi, non potrai mai incontrarlo.

È già difficile che accada normalmente, ma in questo caso le possibilità si riducono inevitabilmente a zero.

E non ha neanche più senso sognarlo ed immaginarlo, perchè tanto quel momento non giungerà mai, ed allora continueresti solo a farti del male, come se non bastasse tutto il dolore che ti assale quando lo vedi.

È che, per quanto tempo passi, sai che non puoi più aspettare che esca un suo nuovo film, per andarlo a vedere e sentirti parte del suo mondo per quelle due felici ore.

Non c'è più attesa, o speranza, o aspettativa.
Lui non reciterà più, non apparirà più nello schermo del tuo televisore se non in repliche che hai già guardato centinaia di volte e che hai imparato a memoria.


È che, quando guardi proprio uno di quei film, in cui lui muore, non puoi fare a meno di piangere, perchè sai che anche se in quel momento è tutta finzione, arriverà la volta in cui sarà tutto quanto vero, senza bisogno di effetti speciali o registi.
E ti sembra quindi di vederlo morire davvero, in quella scena, e ti domandi se è andata così anche nella realtà, se ha smesso di respirare in quel modo, se ha detto quelle esatte parole, se è riuscito a chiudere gli occhi.


È che sei consapevole del fatto che non potrai diventare grande ed invecchiare con lui, che rimarrà eternamente giovane, anche se tu avresti preferito mille volte vedere i cambiamenti che il tempo avrebbe apportato alla sua persona, con la consapevolezza certissima che comunque per te sarebbe rimasto sempre il più bello del mondo.

È che è come se perdessi una parte di te, quella che ti permetteva di evadere dalla dura realtà quotidiana, ma che ora te la rende solo ancora più difficile da accettare.

Allora, hai capito qual è la cosa peggiore quando muore il tuo attore preferito?

R.I.P Robin Williams

18 febbraio 2015 - Cosenza

Categoria: Addio

da Anonimo

Non incontriamo più le persone vive, figuriamoci i morti.

18 febbraio 2015