Vita

da Bob Auanagana per Tutti

AMORE A NATALE
Dedicata a tutti coloro che come me per scelta o per obbligo passeranno la vigilia del Natale da soli.
“Si anche questa é la vita.
E' un inverno gelido nei giorni che precedono il Santo Natale, come non se ne vedono da anni
. Il freddo è così pungente e penetrante, le ossa sono intirizzite, le membra congelate. La neve non fa in tempo a scendere ed è già ghiacciata, per strada le persone si affrettano a comperare regali, dalle finestre si riflettono i fuochi dei camini, nelle case fortunate che li posseggono. C'è un ospedale tutto grigio, dall'aspetto triste, in fondo alla strada.
Fuori, come un sacco mezzo vuoto, se ne sta afflosciata una giovane donna, tremante e sporca. Vestita a strati, da chissà quanti stracci. Sembra una senzatetto, fa meno paura di quanta ne faccia questo gelo, a chiunque passi di lì. E' quasi bella, se si desse una ripulita, se avesse vestiti profumati e capelli candidi. Sembra avere dai venti ai trenta anni, e un'aria fragile da creatura smarrita.
Sono dieci giorni, sta pensando la ragazza, dieci giorni che sono qua fuori. Non me lo lasciano vedere,
non posso vedere il ragazzo che amo, non mi lasciano nemmeno entrare, non so se è vivo o morto. Il Natale evidenzia ed aumenta il divario tra poveri e ricchi, lei stringe la neve con quel guanto mezzo rotto, per soffocare un grido una protesta un lamento. E quella mano è livida, paralizzata dal freddo improvviso e pungente come cento spine. Si alza piano, sfinita e dolorante, sembra una vecchia. Si annoda il fazzoletto sulla testa, con l'altra mano si asciuga gli occhi, e trascinandosi si allontana. Si gira un attimo però, solo un istante prima di svoltare l'angolo, e guarda l'ospedale grigio, soffiando un bacio alle finestre dell'ultimo piano, con un sorriso lieve. Ecco la Chiesa. E' bellissima, pensa la giovane. E’ calda, e illuminata. Mancano alcune ore alla Santa Messa, se entro e mi riposo un po' magari non mi vedranno, e nessuno mi caccerà fuori. Allora entra piano e... ohhh che incanto, le sfugge a voce alta, o almeno così pensa lei, perché in realtà la sua voce è ormai un sussurro, roca e flebile come il suo cuore.
E' quasi Natale, fuori per la strada nessuno la nota, nessuno fa caso a lei, tutti vanno di fretta, bisogna programmare, preparare il cenone di Natale, predisporre i regali in bella vista sotto l’albero, un povero si sente ancora più povero e solo in questi giorni, ecco la chiesa, la luce di mille candele illumina le statue come i fari il mare in tempesta, quasi fosse un atto di salvezza di soccorso di guida. Non veniva mai in posti come questi, lei. Nemmeno quando i loro amici scavalcavano la staccionata e forzavano la porta, per passare finalmente la notte in un luogo caldo e riparato, perché era la casa di Dio ma non ci abitava nessuno. Loro due, preferivano il parco, gli androni, le banchine giù al porto. Sempre, sempre erano riusciti a sistemarsi, a cavarsela! In un modo o nell'altro. Oddio, pensa la ragazza, mi cedono le gambe, E cade con le ginocchia contro il legno duro, senza riuscire ad alzarsi né a versare una lacrima. E' strano, il suo cuore sta singhiozzando. E' strano, si vede anche se lei non piange affatto, come se il suo corpo fosse trasparente. Devo alzare la testa, Signore fammi alzare la testa. Pulsa lo so, forse ho la febbre, ma devo controllare se arriva qualcuno, non posso cedere così al mio dolore, mi alzo, mi scaldo ancora un minuto e vado fuori.
Davanti c'è una statua di marmo, chissà chi è, sembra povero anche lui. Un uomo povero che pare triste. Faceva troppo freddo amore, ti sei spogliato di quasi tutto, per coprire me. Magari un giorno di questi ti affacci e mi vedi. Ho i piedi tagliati dalle ferite inferte dal freddo, la testa che mi scoppia, la bocca secca e le mani rosse e gonfie. Ma sotto ho la gonna di pizzo, che mi hai regalato tu. E poi ci prendiamo per mano, perché i nostri guanti rotti se sono uniti ne formano uno intero, e camminiamo stringendocele forte, senza sentire più questo gelo terribile, insieme congiungiamo le nostre due ali e possiamo volare via. Devi uscire da quell’ospedale maledizione, e ogni mattina che Dio manda in terra sorridere alla tua donna. Se avessi i soldi, se potessi comprare un biglietto di quella dannata lotteria, e se magari vincessi, ti regalerei dei guanti nuovi, un cappello, un pollo arrosto, calze pulite di lana. E poi un viaggio. Vorrei regalarti il sole, un posto caldo dove non ci servono vestiti e dove nessuno si ammala, questo, mi dicevi!
Questo pensiero scalda una giovane donna, china su di un banco rigido, in una chiesa illuminata, vuota, quando fuori nevica. Nel frattempo, in un ospedale, un ragazzo apre gli occhi e chiede di essere accompagnato alla finestra. Vede solo un uomo curvo, che entra in una chiesa e si avvicina ad una cosa che sembra un sacco mezzo vuoto, da lontano. Invece è una giovane donna spo**a, ma bella come un angelo. E non respira più, ma sorride. Un'altra morte per assideramento, pensa tristemente l'uomo. E la neve, quello strano giorno di quell'inverno ghiacciato, ha cominciato a sciogliersi...ed è quasi Natale e tutti si affrettano a correre ad acquistare tanti doni, tante cose per qualcuno al quale non servirà perché lo ha già….anche questo è il Natale…..il Natale del consumismo sfrenato, folle, che ha perso il profondo significato spirituale originario, che parla di un bambino in Africa che nasce umilmente in una stalla, povero ma Re dei Re!!!
Si anche questa é la vita.”
Buon Natale a voi tutti
Loving Bob

21 dicembre 2014

Categoria: Vita

da Angy*

Ciao Bob Buon Natale anche a te. :) Angy*

25 dicembre 2014 - Cagliari

da Bob

Buon Natale dolce Angy, sei sempre molto ricettiva, io qua sto provando a resistere ma è molto difficile, i network sono micidiali e vanno per la maggiore, speriamo bene... che la gente comprenda quanto sono superficiali... ciao

28 dicembre 2014

da Angy*

Ciao Bob..vedo che anche tu senti quel vuoto che sento io nel sito..ormai non si ha più voglia di partecipare agli argomenti per potersi rapportare con noi stessi e gli altri...siamo tutti troppo presi dal proprio dolore..molte volte perdiamo il vero valore degli eventi che attraversano la nostra vita..ci si dimentica di essere umili con le persone...vedo molta agressività tra le persone...c'è meno dialogo...mi capita spesso di vedere delle coppie sedute al bar e al ristorante, ormai non si parlano più..ognuno con il proprio cellulare in mano a ignorarsi..le persone camminano per strada assenti..molte volte mi capita di incontrare degli amici..non li saluto neanche, perchè neanche mi vedono..ciò che vedono è sempre è la new dell'ultimo momento sul cellulare...prima ricevevo delle telefonate da parte dei miei amici..ora un saluto veloce su WhatsApp..siamo in contatto con il mondo intero...però stiamo perdendo il contatto ed il calore della presenza delle persone..ci stiamo isolando da tutto ciò che ci circonda. Questo sarà il nostro futuro? In contatto con il mondo si...però non lasciamoci rendere schiavi da tutto ciò. Un abbraccio Bob. :) Angy*

7 gennaio 2015 - Cagliari

da Bob

Brava Angy hai centrato il problema grave di questa epoca...
Gli smartphone hanno dato il colpo di grazia all'umanità intera, prima di internet il mondo era reale, poi è arrivato e ha piazzato dei mostri invalicabili come Facebook, ci sono delle cliniche specializzate per disintossicarsi da facebook, poi c'è twitter e ora whatsup che stanno dando i colpi finali sull'intera psiche umana.
Prima la dipendenza dal computer, ora il pc non serve più, c'é quello che tieni in mano:-lo smartphone che è tutto, telefono,internet e messaggi.
La teconologia ha vinto sull'uomo credo definitivamente, ne vedremo a breve le conseguenze, per esempio dicono che i fanatici che hanno attaccato la sede del giornale satirico Charlie Hebdo prima di andare in Siria ad apprendere l'uso delle armi, giocassero ore ed ore alla playstation con i videogames, sono passati dall'omicidio virtuale a quello reale senza pentirsene...dove arriveremo ?

16 gennaio 2015

da Angy*

Ciao Bob, purtroppo il vizio nasce nella persona predisposta...ormai nasceranno nuove patologie e quindi nuove ricerche per la cura di esse...quello che vedo mi preoccupa...ci stiamo isolando dal mondo intero...vedo tanta sofferenza nelle persone e questa infinita solitudine..ognuno preso dai propri problemi, non ha più tempo da dedicare un pò del suo tempo neanche ai propri genitori, figuriamoci al prossimo...mi piace ascoltare Papa Francesco, perchè nelle sue parole trovo conforto e speranza..credo in un cambiamento positivo degli eventi che ci sono stati in questi ultimi anni..e credo che le persone riescano a ritrovare la serenità nel dialogo e nella quotidianità su un futuro migliore per tutti. Voglio crederci..non voglio pensare che certi pazzi continuino a creare orrore e distruzione in tutto il mondo...perchè purtroppo questi pazzi esistono. Un abbraccio Bob. :) Angy*

16 gennaio 2015 - Cagliari