Pace

da Bob Auanagana per Tutti

Il giorno di Natale del 1914, nel primo anno della prima guerra mondiale, i soldati tedeschi, inglesi e francesi disobbedirono ai loro superiori e fraternizzarono con “il nemico” lungo due terzi del fronte occidentale. Le truppe tedesche innalzarono alberi di Natale fuori delle trincee con le scritte “Buon Natale.” “Voi non sparate, noi non spariamo.” A migliaia, le truppe attraversarono la terra di nessuno su cui giacevano sparsi corpi in decomposizione. Cantarono i canti di Natale, si scambiarono le foto dei cari rimasti a casa, condivisero le razioni, giocarono a calcio, arrostirono persino alcuni maiali. I soldati abbracciarono gli uomini che solo poche ore innanzi cercavano di uccidere. Si misero d'accordo per avvertirsi se i superiori li avessero obbligati a imbracciare le loro armi e di mirare in alto.
Agli alti comandi, di entrambe le parti, vennero i brividi. Stava succedendo il disastro: soldati che dichiarano la loro fratellanza e che rifiutano di combattere. I generali, da tutte e due le parti, dichiararono questo pacificarsi spontaneo come tradimento e pertanto conforme alla corte marziale. Entro marzo 1915 il movimento di fraternizzazione era stato sradicato e la macchina di morte rimessa completamente all'opera. Al momento dell'armistizio nel 1918, quindici milioni di persone erano state massacrate.
Poche persone sanno la storia della tregua di Natale. I capi militari non hanno infranto le loro regole per renderla pubblica. Il giorno di Natale del 1988, una cronaca nel Boston Globe accennava che una radio FM locale aveva mandato in onda “Natale nelle trincee,” una ballata sulla tregua di Natale, parecchie volte e c'era stato un effetto stupefacente. A Boston, la canzone era diventata il pezzo più richiesto durante le feste su parecchie stazioni FM. “Ancor più stupefacente del numero di richieste avute è la reazione seguente alla ballata degli ascoltatori che non l'avevano mai sentita prima,” ha detto il conduttore. “Mi telefonavano profondamente commossi, a volte in lacrime, chiedendo, 'Cosa diavolo ho appena ascoltato?'”
Penso di sapere perché gli ascoltatori si erano commossi. La storia della tregua di Natale va contro la maggior parte delle cose che ci hanno insegnato circa la gente. Ci fa dare un'occhiata di un mondo come vorremmo che fosse e dice, “Questo, una volta, è veramente accaduto.” Ci ricorda di quei pensieri che manteniamo celati, fuori della portata della TV e degli articoli di giornale che ci dicono come la vita umana sia insignificante e meschina. È come sentire che i nostri desideri più profondi in verità sono giusti: realmente il mondo potrebbe essere differente.Solo pochi uomini potenti e malvagi vogliono la guerra, la maggior parte degli uomini vuole la Pace!

18 dicembre 2011

Categoria: Pace

da primula

Era da tanto che non leggevo qualcosa di tanto umano drammatico e meraviglioso, qualcosa che tocca l'anima nella sua vera profondità, forse non saremmo così tanto pessime se non fossimo costrette a combattere tutti i giorni con una vita che ci cambia, e ci fa dimenticare le cose in cui credevamo, valori sogni speranze ideali, quanta tristezza provo questa sera nel leggere questa lettera, quanto dolore per ciò che sono diventata, ero una persona buona disponibile, avevo fiducia nella famiglia e i suoi componenti, non riconoscevo la cattiveria nelle persone, davo sempre tanto senza pretendere mai niente, sorridevo quasi sempre, spesso cantavo, come potevo pensare di guardarmi le spalle proprio dalla famiglia, come potevo pensare che proprio loro mi avrebbero pugnalato proprio perché ero buona.Così con il passare degli anni dopo tante delusioni che non comprendevo, ho dovuto con mio grande dolore incominciare a cambiare, perché piano piano o incominciato a capire che mi dovevo difendere proprio dalle persone che amavo. Ciò che sono oggi non mi piace perché non mi fa sentire me stessa, sono fortemente a disagio in questa veste, e pur nutrendo una profonda speranza nel riappropriamento di me, non posso ancora abbandonare questa veste che mi sta distruggendo, ma per salvaguardarmi dal continuare a ricevere pugnalate sono costretta a camminare sulla strada dell'ipocrisia. Questa lettera mi ha procurato dolore perchè parla di quella bellezza dell'anima, a cui l'essere umano a volte è costretto a rinunciare per colpa di altri.

27 dicembre 2011

da Bob

Primula cerca l'equilibrio tra le due cose, piedi ben piantati in terra e testa in cielo... un abbraccio, Bob

29 dicembre 2011

da primula

Grazie Bob, era tanto che qualcuno non raggiungeva le corde del mio cuore e la sua sensibilità. Tu devi essere una persona buona, continuo a tenere gli occhi puntati in cielo, sperando un giorno di gettare il passato nel passato liberando il presente dal suo peso, perché soltanto un fantasma volteggia nel proprio passato e spiega se stesso con la vita che ha vissuto. Un abbraccio anche a te.

30 dicembre 2011