Lettere

da Sahara

La prima volta che ti ho visto, ricordo, era novembre di pochi anni fa. Da quel giorno qualcosa è cambiato: la mia vita, il mio modo di pensare e di comportarmi, il mio carattere, sono cambiati. E tutto questo grazie a te o per colpa tua.
Ripensando a quel giorno ho capito che spesso le cose inaspettate, che inizialmente non ci appaiono in modo positivo, possono rivelarsi meravigliose.
Tu sei meraviglioso, amore mio.
Ti ho sempre cercato. Ti ho sempre amato. Perché qualcosa fra noi è nato ancor prima di conoscerci. Tutto è accaduto da solo, io ho dovuto solo aspettare.
Ho aspettato te. Ho aspettato che tu, quel giorno di novembre, arrivassi e mi portassi via.
Ho sempre ringraziato il destino per questo. Perché quello che mi è successo in questo ultimo periodo è stato un dono per me, una favola, un esperienza che porterò per sempre nel cuore.
E tutto quello che ho fatto è stato per te.
Ogni gesto, ogni parola, ogni respiro è stato per te. Per te che vorrei vedere felice sempre, per te che per sempre devi star bene.
Ma è passato troppo tempo senza che ti potessi dire quello che portavo dentro. Quello che sentivo. Ho tenuto tutto dentro di me. Le parole che mi nascevano nel cuore, lì erano destinate a morire. Le soffocavo con dolore.
E sentivo ogni volta qualcosa spezzarsi. Ma vedi, non mi basterebbe una vita per tutta questa bellezza da spiegare.
In fin dei conti ci sono tanti modi di spiegare le cose anche senza parole. Perché è diventata così piena la mia vita con te dentro. Ad ogni tua parola, in ogni tuo sguardo io mi innamoro, sottovoce, in silenzio. Perché forse è così che il mio sentimento è destinato a vivere. Sottovoce. Senza parole sussurrate, senza emozioni da spiegare.
E tu sei sempre in me, sei sempre nei miei sogni, anche in quelli che svegliandomi la mattina non ricordo. Ed io mi accorgo che ci sei proprio quando non ci sei. Ti rivivo in ogni cosa. Ti vedo in ogni suono e colore, in ogni nuvola ed in ogni canzone.
Io sono sempre stata qua, ad aspettarti quando avevi tempo e voglia perché tu sei quella essenza che da un certo sapore alle cose.
E vorrei spaccare i muri per la rabbia, per la troppa rabbia. Perché vorrei raccogliere tutto quello che sei stato e tutto quello che è accaduto. Perché vorrei cancellare tutto l?ingiusto che ci è capitato, tutti gli errori commessi. E vorrei imparare ad essere più forte per non tormentarti più, per poterti lasciare andare via e alzare ancora una volta gli occhi in alto per poi gridare che non è giusto. Non è giusto, amore mio.
Quello che volevo era solo essere felice con te senza tutte quelle parole che non ho potuto dire, senza quelle sensazioni da non poter spiegare e che avrei voluto far vedere.
Vorrei che qualcuno mi spiegasse il senso anche se poi non è quello giusto e sono consapevole che non esiste. È solo per convincermi che c?è un posto per tutti, per convincermi che un treno un giorno ripasserà da qui. Ma forse il mio treno è questo. Questo con te sopra, perché è questo quello che io voglio.
E ti guardo, giusto per darmi il tempo, per bloccare quella parte di ricordi che vorrebbero gridare giustizia e vendetta, che rivendicano il bacio che non ti darò più, tutte quelle frasi mai più dette. Ti guardo ancora perché è l?unica cosa che so fare bene. Ed io so che ti penserò ovunque andrò e ti ascolterò qualsiasi cosa vorrai dirmi. E ti ringrazio perché ci sei stato, che eri vero, che esistevi e non eri solo un sogno. E so che ci sono tante cose al mondo ma io voglio solo te soprattutto in quei momenti generosi che pensavano non potessero mai finire. Ma questo è un male ingiusto che non ha diritto a continuare.
Io continuo ad andare avanti... non posso fare altro. Vado avanti immaginando di averti accanto. E chissà magari un giorno ritornerai sul mio cammino e sarò felice come una volta.
Ti amo... forse so solo questo con certezza. Ma in fondo è l?unica cosa che conta.
Tutto il resto non serve...
Antony, incontrarti per me è stata una vittoria, ricordalo sempre...
Sara

24 luglio 2006 - Bologna

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