Lettere

da Cat per reves

Carissima Reves,
Inizio con una tua frase:"...se qualcuno, UNO soltanto, si fosse fermato a guardare la mia solitudine silenziosa...
Sapessi solo quanta voglia avevo di ricevere un sorriso tutto per me!"
Devo ammettere che per me questa è tuttora attualità.
A parte la straziante bellezza di ciò che hai scritto, e il fatto che abbia fotografato parecchi istanti della mia vita, devo dire che il succo è proprio nella attitudine di tutti noi a coltivare il proprio guscio. Ho parlato in prima plurale perchè mi ci metto pure io, anche se, forse, faccio più fatica a fare un sorriso perchè temo sia fuori luogo che non per indifferenza.
Forse non c'entra, ma mi viene in mente che la gente si vergogna più a fare l'elemosina che a chiederla. L'amore è come chiedere qualsiasi alra cosa, solo che, di solito, la gente lo spende male. O almeno non bene.
E così l'amicizia, alla quale non credo non per vezzo di superiorità, ma perchè sono convinto che l'amicizia pretenda sopra ogni cosa, perfino sopra il bene, il rispetto. Che, come merce, è tenuta in cassaforte insieme all'amore. Che dici, sono troppo pessimista? Forse, ma a forza di fingere di fare il duro un pochino lo sono diventato. Con me stesso innanzitutto, e anche con gli altri. Che ci vuoi fare.
Lo vedi che ho divagato più di te, che non avevi divagato affatto?
Però devo anche dirti che mi dispiace tu abbia pensato che non leggessi la lettera che volevi scrivermi. Un po' perchè per me leggere qualcosa che scrivi è sempre interessante, e un po'perchè hai stuzzicato il mio ego di destinatario mancato.
Scherzo, ovviamente.
Ma io ti leggo molto volentieri e spero di poter comunicare con te anche in chat.
Perchè quando parlo con persone come te è come se qualcuno si fermasse e mi regalasse un sorriso.
Grazie di sorridermi.

22 giugno 2006

Categoria: Lettere

da reves

Mi piacciono troppo le lettere, è come ricevere un regalo indescrivibile.

La tua voce diventa persino più profonda e vera che nel suono della parola..perchè la scrittura è un dialogo interiore e la carta il mezzo.
I pensieri, le cose..puoi descrivere tutto abusando persino della poesia, che nella comunicazione verbale di tutti i giorni cade quasi nel ridicolo.
Per cui adesso ti dico una cosa..

Come te, mi è capitato di pensare che certe volte la gente lo facesse apposta, ad infischiarsene di me e, in generale, del valore intrinseco dell'amicizia.

Sorridevo chiedendo l'elemosina di un altro sorriso.
Quante volte ho provato vergogna di me, per i miei tentativi di cercare sempre e comunque rapporti VERI.
Era come se gli altri non volessero concedermi la ''carità'' della loro amicizia.

Forse per loro era tutto scontato.

E sai qual'è la cosa brutta?Che mi succede ancora.Con persone che frequento più o meno spesso e a cui mi sono piano piano affezionata.

E'vero.Forse molti coltivano il proprio guscio, ma un guscio corazzato persino nelle più belle emozioni.

E tu invece ti poni davanti a me col cuore in mano e mi scrivi.
Tu non hai una corazza intorno, ma un bozzolo di farfalla.

Parlami di te, dei tuoi progetti di vita, dei tuoi pensieri.Prima che te ne svolazzi via nei prati colorati di margherite voglio conoscerti meglio! ^_^

Mi dispiace di non averti scritto quella lettera, ma mi rifarò presto, credimi.
Stasera poi, ho molti pensieri in testa e avrei voluto dire tante cose:ma in questo nido aggrovigliato di pensieri è difficile trovare il filo logico!
Persino nella scrittura.

Quindi scriviamoci ancora.
Mi piace l'idea della chat, ma..le lettere...sono semplicemente cose stupende.

A presto,
Reves.

23 giugno 2006

da Cat

Mentre mi accingo a scriverti rileggo per la ventesima volta la tua risposta.
Se con te la mia corazza non funziona è perchè, pur a distanza, sei riuscita a fare proprio quello che pochi, pochissimi fanno.
Quello che, dicevamo sia io sia tu in perfetto accordo, non si ha l'abitudine di fare: ascoltare.
Sarebbe giusto usare un verbo di azione visiva, chè la scrittura dovrebbe impegnare solo gli occhi, ma ne ho trovato uno che meglio rende l'idea di cio che tu, dolcemente, riesci a fare ogni volta che scrivo. Perchè è come se mi guardassi negli occhi e mi sorridessi, e sento che ciò che mi dici lo dici proprio a me, come fossi davanti a te.
Come potrei indossare una corazza quando l'interlocutore riesce a penetrarla in modo così semplice e diretto?
E' vero, la scrittura è una forma di comunicazione più profonda di ogni altra, ad eccezione alle volte del silenzio.
Ed è per questo ci coinvolge tanto. Noi non leggiamo e basta. Noi leggiamo e ascoltiamo e sentiamo e capiamo e ci emozioniamo. Soprattutto chi usa la scrittura con immediatezza, cacciando via tutto l'adipe e tenendo solo il muscolo, il midollo delle cose, belle o brutte che siano. Ed è ciò che tu fai egregiamente, senza retorica, che aborro, ma con una patina di malinconia che è insieme toccante, rispettosa, sincera e profonda.
Ecco, sì. La profondità, è questo il perchè mi piace scrivere. Perchè dico cose che altrimenti non potrei dire, ma che ho tanto bisogno di dire, e quasi di urlare.
La vita di ogni giorno è meschina, e pronunciare una frase che rimanga senza cercarla (guai a cercare le frasi, devono arrivare da sole) significa fare un terno al lotto. Troppi fattori in gioco. Le emozioni sono in prima linea, e capita che la gente non la ascolti, che non ci consideri, che non ci faccia caso. Tutto è frenetico e superficiale. L'immediatezza della scrittura lascia il passo alla sciatteria di dover dire le cose in fretta perchè altrimenti si perde la concentrazione di chi ci ascolta. E quante cose non si dicono, e quante di troppo.
Una lettera no. Una lettera è il mio pensiero stampato. Può darsi che cambi idea, ma lo scritto rimane a testimoniare che io quella cosa l'ho pensata. E' come compilare assieme un programma e un testamento. La lettera è poesia in prosa, perchè le emozioni della poesia, così sottili e pudiche, alle volte appena sussurrate, devono per forza fare i conti con la chiarezza espositiva. E si può anche lasciare tra le righe ciò che si vuol dire, perchè la lettera è spietata e porta tutto a galla. Non c'è via di mezzo, nè scampo. La scrittura è l'arte dei sentimenti e, insieme, lo specchio del carattere.
Vedi, da come scrivi ho estrapolato alcuni tratti del tuo carattere. Pur senza sapere il tuo nome so che sei una ragazza di buoni studi, che conosci le persone e la loro cattiveria, che ascolti gli altri e quindi sei sincera, che sei malinconica, ma piena di voglia di vivere. Che hai un forte istinto materno, e questo lo si deduce più da molte frasi di altro contesto che da quello che hai scritto esplicitamente sulla questione. Che hai uno magnifico timore di non saperti esprimere o di non farti capire, quando sai benissimo che ti esprimi al meglio e, forse, il problema è trovare qualcuno che sappia ascoltarti. Che hai voglia di dare e ricevere protezione.
Cose troppo generiche, mi dirai. E io ribatto: ne sei sicura?
Chi, di coloro che ti conoscono, sanno tutto questo? La scrittura è un manifesto dell'anima.
E la tua profuma di margherita molto più di un intero prato fiorito.
Per questo non smetterò di scriverti, se vorrai, e io spero che tu lo voglia.
Anzi, se ti fa piacere, ma solo se ti fa piacere, alle volte potrai anche contattarmi tramite e-mail, penso tu la possa trovare nel mio profilo.
Come vuoi.
E non preoccuparti: il tuo filo logico è molto più resistente del mio.
Il mio bozzolo di farfalla è ultimamente un po'logorato. Ma se riesco a posarmi su un fiore per sentirne l'aroma tutto sarà possibile. Mi stai aiutando moltissimo.
Grazie mille carissima amica.

25 giugno 2006

da reves

Forse hai ragione tu, alla fine cerco sempre di sentirmi ''accolta'' dagli altri, forse cerco la loro amicizia e anche un po'la loro protezione.Il supporto, ecco.

La verità è che crediamo di conoscerci e di sapere cosa è meglio per noi, ma spesso abbiamo bisogno di parlare di noi..perchè forse possiamo interrogarci meglio se messi a confronto con l'immagine con cui ci vedono gli altri.

Credo che anche tu abbia un po'questo mio timore, questa paura di non venire accettati e considerati, amati dagli altri.
Sbaglio?
Forse cerchiamo la riflessione nella solitudine perchè abbiamo ricevuto tante delusioni e dobbiamo renderci forti.

Io quando sono con certe persone che ritengo molto simpatiche, quasi perfette non riesco ad essere me stessa, trovo un atteggiamento che non è il mio, mi annullo, dico cose che non penso, a volte sto'proprio male:lo sò che è stpido fare così, ma non riesco a trovare un equilibrio bello come sono riuscita a fare in situazioni ben peggiori di quella di oggi.

Mah, sarà che forse metto sul piedistallo gli altri e io niente, io forse non ho un buon rapporto con me stessa.

Tu hai mai questi problemi?Riesci ad essere te stesso sempre?



Ti saluto adesso, ho scritto molte cose interrogandomi a fondo e sono un po'stanca.

Grazie,
Reves.
(il mio nome è proprio questo!)

----PS
Hey ottima idea quella delle email!
Ma non riesco a trovare il tuo profilo, come faccio?
----

26 giugno 2006

da Cat

Bene Reves, inizio con il complimentarmi per il bel nome che hai. E' la prima volta che lo sento, ma è belliissimo.

Sì, a me quello che dici capitava fino a qualche tempo fa. Ora non più.
Ora ho capito, sembra una frase da telenovela me ne rendo conto, che non si può fingere di essere ciò che non si è.
Certo, bisogna anche un po' adattarsi agli altri, ma ti assicuro che bluffare per farsi piacere alla lunga produce frustrazione. E il bluff viene fuori.
Tralaltro quando sono a mio agio, rarissimamente, sono molto più affabile. Le frasi escono da sole, sento che riesco a riempire lo spazio che mi circonda, e mi sento, scusa la civetteria, anche più affascinante. Certo, questo vuol dire che non nascondo una certa "orsaggine" (sempre con cortesia, però) e sicuramente un anticonformismo che ho per indole. E il tutto si traduce in pochi amici, poche occasioni e poche ragazze. Se avessi fatto altre scelte sarei in una situazione diversa, ma forse non migliore. Anzi, no.
La vita è, credo, una corsa a ostacoli con scelte obbligate. Dico sempre una cosa: maturità è capire che gli errori commessi dovevano, ma non potevano essere evitati.
E non so come sei o che carattere hai o se il profilo che ti ho appioppato ti descrive o meno. Però so una cosa, che sei una bella persona. E che quando parlo con te mi sento a mio agio.
Non è poco.

Spero che, quando avrai tempo, tu voglia leggere l'ultima dedica che ho scritto su Ricordi il 23 giugno, perchè volevo sapere se ti è mai capitato di sentirti così come mi sento ora io. Se ogni tanto anche tu senti questi "fantasmi", te la ricordi la canzone degli 883 "Nessun rimpianto, nessun rimorso"...io mi sento così. Lasciamo andare.

Ok carissima Reves, credo che per il mio profilo tu debba cliccare chat e poi cerca e digitare Cat.
Altrimenti, se me ne dai il permesso, posso cercare io Reves.
Mi farebbe un piacere immenso. A un patto però: che tu continui a essere sempre te stessa. Perchè sei straordinaria.
Io mi chiamo Alberto. Buonaserata

26 giugno 2006