Lettere

da Roberta per Paolo

La mia mano non segue più la mente, la mia mente si è persa e non ritorna.
Prova a decifrare invano il codice silenzioso dei fatti che si sono succeduti.
Implacabile, la trasformazione deve avere luogo, deve avvenire ora.
Vuoto, ecco cosa cerco. Il vuoto non ha qualità di luce e ombra. Vuoto da non riempire.
Per poter ri-generare nuovamente in un altro girone, che polverizzi i precedenti.
La mia mano digita queste parole, e ad ogni tasto corrisponde una domanda.
Nessuna voce parla nella notte.
La mia anima si piega alla volontà della mente che le impone di muoversi eretta, non piegata.
Arriveranno i giorni della primavera e scacceranno queste ombre dalla mia mente.
La mia mano potrà reinsinuarsi nell'abbraccio del mondo. Sentirne il calore vitale.
Chissà perché la tua lezione ancora non la comprendo, Guruji.

20 aprile 2006 - Genova

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