Ci sarà un uomo,
che camminerà tra le ombre del giorno
col cuore rivolto altrove,
verso un tempo non più suo.

Non lo confesserà a nessuno,
ma il tuo nome gli sarà inciso dentro
come l’anello che non si toglie,
anche quando la mano è vuota.

Passerà il tempo, sì,
con i suoi doveri vestiti da scelte,
con i suoi sorrisi messi in vetrina,
con le sue nuove braccia
che non sanno abbracciare davvero.

Eppure, in una curva silenziosa della mente,
ti cercherà.
Non per averti,
ma per ricordarsi cosa significhi esistere.

Perché tu non sei stata un amore,
ma una soglia:
una porta aperta sull’essenza
che solo pochi vedono
e quasi nessuno attraversa.

Tu eri l’occasione
di essere intero.
E lui,
con la fretta di chi ha paura di guardarsi dentro,
ha chiuso quella porta
scambiandola per salvezza.

Ma le scelte non si fanno mai per logica.
Si fanno per silenzio,
per viltà,
per illusione.
E l’anima lo sa.
E lo punisce.

Così,
nel mezzo di un giorno qualsiasi,
in un istante senza preavviso,
sarà colto da una fitta,
come un vuoto che implode.

Sarà il tuo sguardo.
O il ricordo del modo in cui pronunciavi il suo nome
quando non aveva ancora imparato a vergognarsi di sé.

Crederà di aver chiuso quel capitolo,
di aver scritto la parola fine.
Ma ciò che è vero
non conosce epilogo.
Solo trasformazione.

E in ogni sua donna
ti cercherà.
In ogni risata,
cercherà il suono che solo tu gli facevi uscire dal petto.

Ma la verità…
la verità è che la tua assenza sarà presenza.
Sottile, insistente, eterna.
Un filo invisibile
che non si spezza,
perché fu legato non dalla carne,
ma dallo spirito.

E mentre tu fiorirai altrove,
nonostante tutto,
nonostante lui,
lui resterà lì,
a misurare il tempo in “e se”,
a vivere nel postumo di un amore
che aveva tutto,
e che ha lasciato andare.

Non saprà mai rifarlo,
non saprà mai rifarsi.
Perché ci sono anime
che si sfiorano una volta sola.
E quella volta
era la vostra.