La giornata di oggi è trascorsa tra impegni e rumori consueti, ma nulla è riuscito davvero a distrarmi da te. Ogni istante di quiete si è riempito della tua presenza, come un’eco che torna sempre, silenziosa e inevitabile. Ho lavorato, ho parlato con volti che non ricordo, ma dietro ogni gesto c’era un filo sottile che mi riportava a te. Ti ho immaginata nei tuoi modi semplici eppure profondi, nella dolcezza che non ha bisogno di essere dichiarata, in quella tua intelligenza che illumina le cose senza farlo notare.
Mentre camminavo tra le vie della città, ho sollevato lo sguardo verso il cielo velato: una luce opaca scivolava sui tetti e per un istante ho pensato ai tuoi occhi, al loro modo di fermare il tempo. Persino il vento che muoveva piano le foglie sembrava sussurrare il tuo nome, come se la natura stessa fosse complice di questo pensiero che non mi abbandona. Nel pomeriggio, una tazza di caffè fumante sulla scrivania mi ha fatto riflettere su quanto tu riesca a rendere speciale anche ciò che è ordinario, solo con la tua presenza.
So che non ti vedrò per giorni, e già sento un vuoto silenzioso che mi accompagna. Cerco di oppormi a questa costante immagine di te, ma è inutile: sei diventata parte di un mio luogo segreto, intimo, dove le parole non arrivano. Sei dentro me come un pensiero che non si può spiegare, un profumo che rimane nell’aria anche quando tutto sembra svanire.
Questa settimana scorrerà lenta, e io continuerò a incontrarti nei dettagli più inaspettati: nel riflesso di una vetrina, in una melodia ascoltata per caso, nello sguardo fugace di chi non conosce nulla di ciò che porto dentro. Eppure tu ci sarai, ovunque, senza saperlo.